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Protocollo sfruttamento lavorativo a Prato

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Il territorio pratese è da diversi anni al centro di ricerche, indagini, processi e interventi sociali che hanno messo in luce la preoccupante diffusione di fenomeni di grave sfruttamento lavorativo, specie nelle imprese del distretto tessile e dell’abbigliamento, nei confronti di migranti di varie nazionalità.

Per fare il punto su questa complessa situazione, il 1 dicembre 2021, presso il teatro Pecci di Prato, si è svolta un’importante giornata dedicata al contrasto allo sfruttamento lavorativo. La data è stata scelta per ricordare l’anniversario del 1 dicembre 2013, quando a causa di un rogo nell’azienda Teresa Moda nel Macrolotto di Prato, morirono sette operai e operaie cinesi, rimasti intrappolati all’interno della fabbrica dove lavoravano e vivevano in assenza di condizioni minime di sicurezza.

Durante la mattinata si sono susseguiti vari interventi istituzionali che hanno affrontato, da diverse angolature, la questione dello sfruttamento lavorativo. Dopo i saluti del sindaco di Prato Matteo Biffoni, che ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione Comunale a tutela delle vittime di sfruttamento lavorativo, è stata data lettura del comunicato inviato dal Ministro Orlando, impossibilitato a partecipare di persona, a cui sono seguiti i saluti degli assessori regionali Stefano Ciuoffo, Serena Spinelli e Alessandra Nardini, il confronto fra esperti ha riguardato le strategie di lotta e di prevenzione contro caporalato e sfruttamento.

Il punto di vista della Procura della Repubblica di Prato per quanto riguarda le indagini sui reati di sfruttamento e caporalato è stato espresso dal Procuratore Capo Giuseppe Nicolosi e dal sostituto procuratore Lorenzo Gestri. Per molti aspetti, l’attività della Procura di Prato su questo fenomeno ha pochi uguali in Italia, in particolare per l’alto numero di procedimenti penali aperti e di processi in atto.

A conclusione della mattinata, coordinata dall’assessore alla cultura e cittadinanza del Comune di Prato Simone Mangani, è stato siglato il “Protocollo d’intesa in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni di sfruttamento lavorativo e di tutela delle vittime”.

Il Protocollo, sottoscritto da Asl, Comune di Prato, Procura della Repubblica di Prato, sindacati confederali, sistema regionale antitratta Satis e centro studi interuniversitario Adir, si prefigge obiettivi molto ambiziosi, ponendosi come un accordo di riferimento a livello italiano.

Infatti, è la prima volta che istituzioni, terzo settore e sindacati stringono una collaborazione di questo tipo. Va osservato come da una parte il Protocollo formalizzi delle procedure specifiche per migliorare l’azione repressiva contro sfruttamento lavorativo e caporalato e dall’altra preveda azioni per la tutela giuridica e l’assistenza sociale delle vittime di sfruttamento.

Nel pomeriggio, coordinato da Serena Mordini di SATIS, si è svolto un approfondito dibattito con esperti di lavoro, sfruttamento lavorativo e caporalato. Federico Oliveri (Università di Pisa), il giornalista Antonello Mangano, Umberto Franciosi (Flai Cgil Emilia Romagna), Letizia Palumbo (Ca’ Foscari Venezia) e Yvan Sagnet (ass. No cap) hanno animato un ricco confronto fra esperienze di ricerca, indagini e interventi sociali sui processi di sfruttamento lavorativo. Ne è emerso un mosaico di casi territoriali (le cooperative spurie in Emilia Romagna), di settori produttivi coinvolti da processi di sfruttamento lavorativo e caporalato (agricoltura, logistica, lavoro di cura), di esperienze alternative di riscatto dal lavoro sfruttato.