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Progetto Demetra: lotta allo sfruttamento lavorativo nel settore agricolo tra difficoltà e risultati

Da alcuni mesi, CAT partecipa al progetto Demetra attivato sul Fondo Asilo, Migrazione ed Integrazione 2014-2020. Il progetto è fatto da vari filoni di intervento: ricerca-intervento e contrasto sullo sfruttamento lavorativo agricolo, orientamento al lavoro, supporto alle categorie fragili e sviluppo dell’Agricoltura Sociale.

Coldiretti è ente capofila di Demetra a cui partecipano cooperative e associazioni del progetto Satis, Università di Siena, Scuola Superiore Sant’Anna, Asgi e il Distretto socio-Sanitario della Versilia.

Ne parliamo con Gloria Gilardoni, che coordina l’equipe di CAT insieme ad Andrea Cagioni.

Fra le azioni messe in campo da CAT, è rilevante l’attivazione di un’unità mobile. Quali sono i principali interventi che stanno realizzando gli operatori nell’area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia?

L’Unità Mobile, in tutte le provincie, promuove azioni che prevengano e contrastino il fenomeno dello sfruttamento lavorativo tramite attività di contatto e aggancio delle potenziali vittime. Favorendo il rispetto dei diritti dei lavoratori.

A oggi, abbiamo individuato vari luoghi di contatto privilegiati all’interno della comunità migranti di Vicofaro e Ramini (Pistoia), 250 persone, e nell’Empolese.

Numerosi sono stati gli invii presso i sindacati o i patronati, mentre si sta rivelando più difficile l’aggancio di persone sul territorio pratese.

Puoi descrivere brevemente quali sono le principali difficoltà con cui si misurano gli operatori dell’unità mobile?

Finora, la maggiore difficoltà incontrata dagli operatori è l’individuazione di vittime di grave sfruttamento lavorativo in agricoltura. I territori pratese, pistoiese, ma anche fiorentino, presentano situazioni diffuse di sfruttamento lavorativo nei settori tessile e manifatturiero. Nel settore agricolo sono meno visibili. A prescindere dal settore, gli operatori informano tutti i lavoratori sui loro diritti e eventuali possibilità di denuncia o emersione da lavoro nero e sfruttamento.

Quale ti sembrano le specificità dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura nel nostro territorio, rispetto alle regioni meridionali?

La differenza della Toscana rispetto al Sud Italia, caratterizzato spesso dal lavoro nero, è la presenza più sfumata del “lavoro grigio”. Rispetto al lavoro nero, dove non si riceve una busta paga ma il proprio corrispettivo in contanti, il lavoro grigio presenta situazioni contrattuali e lavorative al limite della regolarità.

Un’altra importante differenza sta nel non aver mai individuato nelle uscite di mappatura nelle provincie di Prato, Pistoia e Firenze, insediamenti  abitativi informali ai bordi delle zone agricole. Fenomeno molto diffuso, invece in alcune regioni del Sud Italia.